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Quando si diventa figlio del Tempo. Un’ora fa

Un’ora fa. Ero uscito dall’ufficio e stavo andando a mangiare qualcosa (mi pare di aver già scritto che quando ho appetito faccio due passi per andare a mangiare perchè non mi piace farmelo portare da un rider). Cammino, entro nel Bar, noto con piacere che si può consumare all’interno, seduti e senza mascherina. (ho perso un po’ il controllo di cosa si può fare e cosa no). Ad un tratto vengo attratto. E’ una mano che sventola in segno di saluto. E’ collegata ad una persona seduta al tavolo in sala. Ma accipicchia sventolava tantissimo. Devo andare a salutare, odio essere maleducato. Mentre mi avvicinavo cercavo di mettere a fuoco il suo volto e intanto saliva l’ansia. Non riesco a riconoscerla. Mi tocco il viso per accertarmi che indossassi gli occhiali. Erano al loro posto. Il flop veniva dal cervello e non dai sensi. Decido: ” ok come a volte capita sorriderò, parleremo per 2 minuti e poi passerò la giornata a chiedermi chi fosse”. Ormai non posso evitare di ingaggiare direttamente il suo sguardo, sono troppo vicino anche se ancora distante. I suoi occhi sono scuri, le labbra carnose…le labbra? un pensiero rapidissimo, ma come faccio a vederle? Eppure la conosco. La saluto sventolando anch’io la mano mentre continuo a pensare chi è. Noto che i tavoli, anche se disposti a distanza di sicurezza, sono comunque vicini per consentire agli ospiti di ascoltare cosa avrei detto. Lei mi sorride……è un sorriso cordiale, che sono certo di ricordare. Un emisfero del cervello scannerizza tutti i volti, dall’infanzia ad oggi, comprese le attrici che ovviamente man mano escludevo data la situazione. Con l’altro emisfero componevo frasi adatte alla situazione, in positivo se avessi ricordato, e in negativo se ciò non fosse avvenuto, e tante da reggere almeno un paio di minuti di dialogo. Sono pronto, non posso darle la mano, non posso avvicinarmi. E’ certo, tutti udiranno ciò che dirò. Ma sono prontissimo a dire una frase di circostanza. Improvvisamente l’emisfero con lo scanner si ferma, la riconosco, è lei è….ma nello stesso istante perdo il controllo dell’altro emisfero e quindi di tutto ciò che transita dal cervello e va alla bocca, e, mentre chiudo gli occhi per la stupidaggine che sta per uscire e che non posso più fermare, esclamo: “scusa, ma senza mascherina non ti ho riconosciuta.” Ho ancora gli occhi chiusi mentre sento gli avventori dei tavoli vicini sorridere. Sorride anche lei… e così fa anche la sua amica con la quale stava pranzando. Anche stavolta è andata bene, ma ho capito che ormai sono figlio del Tempo che viviamo.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Si perdono i Valori della cultura.

Quest’oggi ho letto l’ennesimo articolo su Amazon; questa volta ha comprato 11 aerei, si dice per consegnare più velocemente i propri prodotti, e mi è tornato in mente questo articolo che scrissi un po’ di tempo fa.

Chiude la storica libreria Paravia di Torino, la seconda più antica d’Italia: “Amazon ci ha distrutto” https://lnkd.in/gA6UWh4

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E’ sempre triste quando in nome del Business si distruggono i Valori e le Tradizioni. E non è un problema di difesa delle posizioni, o di stizza verso colui che prospera, ma di perdita reale di Valori per tutti.

E’ la stessa tristezza che provo quando vedo quei signori che sfrecciano con gli zaini in spalla per consegnare il food, mettendo a disposizione il loro Valore ad ogni pedalata, senza mai avere, una volta per tutte, un compenso adeguato. (Oggi, dopo due anni da quando scrissi questo articolo, la situazione è appena appena migliorata). L’unica cosa certa è che questa non è innovazione.

Ciò che ho realizzato nella mia vita credo testimoni che adoro l’innovazione essendone stato ed essendone anche un artefice “qualificato” e che sono attratto dalla generazione di profitti come pochi altri; molti miei nuovi modelli di Business creati per i Clienti e non solo, sono stati un grande successo in questo senso. Credo quindi di poter dire che non sono un uomo legato al passato, ma ho convinzione che l’innovazione dovrebbe sempre generare nuovo Valore, rendendolo fruibile a molti, e sostenendo chi potrebbe perderlo, tra questi l’Ambiente e il Sociale.

(Questa paragrafo l’ho aggiunto ora). L’Innovazione quindi non è un atto di furbizia, ma il desiderio di crescere applicando visione, competenza, etica, stile e generando così le nuove opportunità di profitto. L’innovazione è tale se prevede di includere nuovi beneficiari dell’opportunità, ed è quasi sempre figlia della collaborazione.

Se il nuovo modello si regge su questo fondamentale allora è Business, moderno, intelligente, condivisibile, ammirato ed è un esempio per tutti; se così non fosse però, è un’altra cosa, fino a pensare che le persone oneste non dovrebbero realizzarlo e quelle avvedute non dovrebbero utilizzarlo. Io non uso Amazon, forse solo perchè non ne ho mai sentita la necessità, e quando ho appetito faccio volentieri due passi e vado a mangiare qualcosa.

Per capire meglio ciò che intendo, ovvero la differenza nello stile di fare Business, basta leggere questo articolo a seguito di una intervista ad uno dei Manager più importanti al Mondo.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Nessuno è autorizzato a perdere; lasciate che sia io a farlo

“Nessuno è autorizzato a perdere; lasciate che sia io a farlo” è la frase che un Manager o un Executive di un team di vendite oppure un Amministratore Delegato dovrebbero dire tutti i giorni ai propri team o ai propri dipendenti. Aiuta anche se stessi. Questa frase racchiude in se l’eccellenza del processo di vendita e non solo. Io l’adoro. Io ho visto e vedo gli occhi soddisfatti, ammirati di coloro che la ascoltano perché “sentono” forte la leadership di colui che la dice, la totale sua disponibilità ad aiutare il team a vincere, ed ancora il senso del commitment che il Manager, l’Executive o il CEO condividono con tutti. Si porta dietro però un grande rischio: è necessario vincere, spesso, possibilmente molto spesso, quando il collega cede la mano e dichiara di non farcela. Se non si vince si insegna al Team che tutti sono autorizzati a perdere, basta solo ricordarsi di farlo fare al Boss per dimostrare che non si poteva far altro. E allora è importante che come per tutte le decisioni forti, escludendo quelle coercitive che si basano su altri concetti e comportamenti, si sia consapevoli di dover mettere in atto competenze, rigore, rispetto, passione, stile ecc..senza eguali. Dall’altra i vantaggi di un Manager o di un AD, rispetto a chiunque altro in Azienda, sono importanti di fronte ad un Cliente e quindi bisogna conoscerli ed utilizzarli per vincere.

“Nessuno è autorizzato a perdere; lasciate che sia io a farlo” è un milione di volte in più rispetto ad offrirsi solo per aiutare, è un milione di volte in più rispetto a dire “l’Azienda è a tua disposizione”, è un milione di volte in più di qualsiasi corso che spieghi le tecniche di vendita, capacità relazionali e quant’altro; insomma è un milione di volte in più di tutto. Ma ahimè questa frase ha un altro problema: il manager deve essere Manager, perchè ha qualcosa da insegnare, ha qualità importanti, è capace di individuare e percorrere, arrivando al traguardo, la via del successo. Ha leadership, serietà, autorevolezza insomma è un Manager. Io ho sempre proposto ai miei collaboratori Manager di guardarsi allo specchio e dire almeno una volta la frase: “Non sei autorizzato a perdere; lascia che sia io a perdere”. Se non viene fuori educata, determinata, forte, credibile, allora la prima cosa da fare è prepararsi, preparare se stessi ad aver successo, con la consapevolezza che si può perdere, ma solo per imparare dalla sconfitta come vincere. Solo la determinazione ad aver successo ci farà capire che abbiamo bisogno di imparare per aver successo. La crescita continua delle competenze, l’abnegazione, il sacrificio, la curiosità, la concentrazione sono assolutamente necessarie. Ma è il senso di rispetto verso il Team che guidiamo che ci deve spingere oltre ogni ostacolo. Nessuno ama il Manager che condivide le sconfitte accampando scuse, o il Manager che condivide con il team i problemi dell’Azienda per prepararsi ad una eventuale sconfitta. Ormai quasi tutti i dipendenti del mondo hanno imparato a proprie spese che non esiste l’Azienda perfetta, e quand’anche molte cose in Azienda fossero vicine alla perfezione, si vince sempre grazie alla preparazione della persona e alla sua determinazione a vincere. Quindi, caro il mio Manager, ricordati che in Azienda nessuno ti chiede di partecipare, ma ti viene chiesto di aver successo e di guidare il tuo team al successo; la sconfitta non è mai colpa di qualcun altro…è sempre e solo colpa Tua. Quindi organizza, pianifica, impara per due motivi: il rispetto che devi al ruolo che ti è stato assegnato e il tuo piacere di guidare al successo il tuo team. Se hai l’ambizione del ruolo, ma non hai rispetto per il ruolo, o se sei un solista del successo, ma non provi piacere per il successo degli altri, allora lascia perdere; “Nessuno è autorizzato a perdere, lasciate che sia io a farlo” non uscirà mai dalla tua bocca come il tuo team vorrebbe e allora ti guarderà smarrito, sperando di avere presto un altro Manager.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

NearWally è su Facebook

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La pagina Facebook dedicata a Near Wally, il cagnolino che racconta la sua storia, e lo fa attraverso le foto che arrivano da tutti i suoi amici pelosetti, è diventata tutta al femminile. E’ gestita da un gruppo di ragazze, signore, operaie, modelle, studentesse, manager, negozianti, professioniste, che hanno imparato da sole a gestire una pagina Facebook. Probabilmente faranno degli errori ma la passione con la quale narrano di Wally è unica. Con molta semplicità e simpatia offrono contenuti e consentono a tutte le donne di poter comunicare le cose che stanno facendo, per diletto o per lavoro. L’altra cosa certa che hanno in comune, oltre alla pagina Near Wally, è l’amore per gli animali. Arxit è orgogliosa di aver offerto loro una pagina dentro alla quale poter condividere le proprie passioni, senza barriere religiose, politiche, sociali, culturali ed economiche. Arxit augura a tutte di avere sempre un simpatico Wally al quale poter stare vicino, che sia un pelosetto, un sogno, una speranza.

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Lui e il tacchino

Lui, mi ha insegnato a dividere le organizzazioni commerciali in tre macro aree, prendendo a riferimento il comportamento umano rispetto alla vista di un tacchino. Lui diceva cose semplici in modo semplice per evitare che qualcuno potesse sbagliare, solo perchè aveva “frainteso”. Era diretto e schietto.

Aveva il controllo del tempo orientato al successo, come ho già scritto in questo altro articolo www.tritonstreet.it/il-tempo-per-pensare-e-finito/

Io ho poi elaborato che il ruolo commerciale non è solo rivolto all’esterno, al contrario deve essere molto presente in particolare all’interno dell’azienda, affinchè questa si presenti con tutto il suo valore e bellezza. E quì devo dire che il tacchino si trova a suo agio, nessuno gli da fastidio e quindi non solo sopravvive, ma prospera!!!!!. Torniamo però al tacchino di Maurino. E’ un pomeriggio assolato, l’aria condizionata a palla, una noia mai vista prima ad ascoltare i responsabili delle varie offering che come in tutte le Aziende, nessuna esclusa, sanno sempre, senza ombra di dubbio come è fatto e sarà fatto il Mercato, perchè i Clienti non vedono l’ora di comprare le nostre soluzioni, perchè è giusto che le paghino più della media del Mercato, e anche perchè noi siamo unici sul Mercato. Tutti i bravi commerciali sanno che di quelle dichiarazioni si dovrà prendere il meglio facendo una bella radice quadrata su tutti i Valori espressi. Tutto il team commerciale aveva smesso da un po’ di fare domande perchè tanto non essendoci controprove dentro a quella stanza, tutto ciò che ci stavano raccontando andava sempre bene. Nessuno bussa, ma la parte si apre, anzi si spalanca, entra Lui, il suo volto esprime grande incazzatura. Appoggia la sua borsa in pelle, stracolma, straripante, sul tavolo della sala riunione. Si capisce che arriva da fuori. Certamente da una visita presso un Cliente. Si allaccia il bottone interno del doppiopetto. Allora son cazzi abbiamo pensato tutti in quel momento. Una specie di valletto non richiesto comincia una introduzione delle di Lui gesta che sembrava la narrazione delle gesta dei grandi condottieri del Medioevo. Ma poi ‘sti Araldi servono in Azienda? Tant’è che Lui si scazza dopo qualche attimo, lo fulmina con lo sguardo, e per non lasciar dubbi dice: “basta con ste’ cazzate, la storia è molto semplice” respira, divorando l’aria, si vede l’ira che lo attraversa e quindi procede “nella nostra Azienda perennemente affamata di business, perché così devono essere le aziende di successo, ci sono persone che non si accorgono che c’è un grande e grosso tacchino da catturare; questi li mettiamo in amministrazione, oppure alle offering, (ed ovviamente tutti a ridere, meno quelli delle offering); poi ci sono persone che vedono il tacchino, lo riconoscono, cominciano a studiarlo, a bloccargli le vie di uscita, chiedono aiuto agli altri affamati in azienda e riescono a prenderlo; questi li mettiamo a vendere…. -meno male noi in quel momento stavamo dalla parte giusta, i salvi-….ma per nessun motivo io posso accettare di avere in azienda qualcuno che prende a calci nel culo il tacchino. Questi dobbiamo individuarli, stanarli, buttarli fuori, indirizzandoli possibilmente alla concorrenza. Mi aspetto entro domani la lista delle persone che per apatia, incuria, mancanza di “gioia” (così Lui chiamava la passione nel vendere, nel comandare…oggi viene usata sui testi di sessuologia per indicare il momento del massimo piacere fisico, ma magari Lui aveva già fatto suo il detto –comandare è meglio che fottere-) pigliano a calci i tacchini che siamo riusciti a far entrare, magari faticosamente, nel nostro cortile, nella nostra Azienda.” Neanche il tempo di chiedersi come fare a stanarli, che intanto fattasi sera, partono verso di Lui un paio di domande da parte di uno dei partecipanti del Team commerciale, le solite domande inopportune rispetto alla situazione, quelle che vogliono riportare tutti alla filosofia dell’essere; un paio di passaggi veloci e nervosi da parte di Lui, due ribattute veramente mal dette di ritorno da parte dell’interlocutore e Lui, molto semplicemente, trovò il primo collega che si divertiva a tirar calci ai tacchini. Ricorderò sempre quel colloquio,…e nella mia vita professionale successiva, anche solo passando per i corridoi delle Aziende, ascoltando anche solo qualche parola dei dialoghi tra colleghi, mi giro spesso di scatto, perchè il fragore di colui che “tira calci in culo al tacchino” è davvero assordante.

Moreno Tartaglini – CEO – Arxit – Business Solutions – moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it – Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità degli Uomini, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare. Sono un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per rigenerare le Energie e procedere nello sviluppo delle Aziende, della Società e dell’Ambiente.

Il Tempo per Pensare è finito

Erano gli Anni……non lo dico. Ma erano molti anni orsono. Dovete solo sapere che in quegli anni Lui era molto lontano dalla mia posizione in Azienda. Devo dire era molto più su. Era il numero uno. Lo osservavo spesso sul palco o negli interventi registrati. A quei tempi, pur ancora con “i calzoncini corti” ero un ottimo funzionario commerciale, inutile negarlo. Tornando a Lui mi piaceva ciò che diceva, ma ancor di più come lo diceva. Oggi so per certo che mi piaceva molto, ancora adesso, ciò che diceva e come lo diceva. Onestamente non aveva un eloquio avvolgente, ma era schietto, molto schietto; oggi sarebbe definito un uomo del fare, ma quello vero, molto pratico. Il suo accento piemontese trasferiva sempre operosità ed intelligenza. La prima volta che entrai in contatto con lui, direttamente, personalmente, lo sentii dire una cosa che solo dopo un po’ di tempo mi apparve una grande verità, ed oggi ci sarebbe davvero bisogno di molti uomini con quello stile. Quel giorno, intorno alla sua scrivania quadrata, c’erano 6 persone compreso me. Un lato era ovviamente tutto suo. (La prima cosa che ho fatto appena ho avuto una mia Azienda è stato comprarmi una scrivania quadrata, da otto posti molto ampi, due dei quali miei. Aiuta a sprigionare Energia e ad essere sempre operativi senza alcun “distacco emotivo” tra i partecipanti). Tornando a Lui…è la mia prima volta in quell’ufficio. Come mia consuetudine mi ero preparato, molto bene, su tutto. Il mio cervello ripassava come uno scanner le milioni di cose che avrebbe potuto chiedermi e ciò che avrei dovuto/potuto rispondere. Tutti noi che amiamo fare bella figura, dimostrarci attivi come siamo di norma, rispettosi dell’occasione e competenti, conosciamo molto bene le sensazioni di quelle prime volte…..crediamo che se dovessimo sbagliare verremmo dimenticati, annientati. L’adrenalina è ai massimi livelli, la notte precedente non siamo riusciti a dormire, siamo concentrati e ora seduti nella stanza dei bottoni, e forse per qualche secondo saremo anche protagonisti di una decisione che nessuno dovrà più valutare. Lui passa ad illustrare i punti, molto velocemente, e mi aveva stupito che non li avesse anticipati per avere tutti noi ben preparati sull’argomento specifico, intorno a quel tavolo. Una delle persone sedute intorno a quel tavolo, un noto grande manager, con aria riflessiva dice: “stavo pensando…..” Lui, senza cambiare tono e con una chiarezza incredibile nelle parole, dice: “Ehi, Ehi, ma quanti siamo qui a pensare? Ora è il tempo di eseguire; quindi pensare è assolutamente fuori tempo.” Avevo capito perchè non avesse anticipato nulla. Non c’era nulla su cui riflettere. Mi ero stupito però che quel grande manager non avesse capito il tempo in cui ci trovavamo, e quindi avevo anche capito che i grandi manager non sono quelli che stanno in alto, ma quelli che ci sanno stare, a proprio agio. Tornando a Lui….non molla, ha il suo obiettivo da raggiungere. Ci incalza. Ci guarda e dice ancora, con gentilezza ma senza pause per evitare repliche: “ora vi dico cosa mi aspetto da ciascuno e per quando”. E così fu.. e il seguito fu un grande successo. Dimenticavo, tutto ciò avvenne prima delle 8 del mattino a Milano. Il vero insegnamento che trassi quella mattina è che tutte le situazioni e tutti gli uomini spesso esistono, inconsapevolmente, per modificare i nostri tempi ed i nostri ritmi per arrivare all’obiettivo. Credo che sia davvero necessario nella vita e nella professione fare chiarezza sul campo, per sapere in che tempo ti trovi, quale sarà il tempo successivo ed in particolare fissare quando dovrà esserlo. Solo così non saranno gli eventi, le proprie debolezze e le ansie del momento a guidarci, portandoci in tempi diversi dal quello del successo. Ho imparato che il tempo per pensare ha sempre un limite, oltre il quale è necessario agire. E’ per questo che la propria disciplina ed il rispetto per gli altri devono essere caratteristiche forti nel Leader; il Leader ha come tutti ansie e dubbi, ma sa riconoscerli e sa che quando arrivano…il momento di agire è giunto. Purtroppo sappiamo tutti che il successo o l’insuccesso, in un processo evolutivo della situazione, sia nella sfera Personale sia in quella Aziendale, si svela sempre e solo dopo il tempo dell’azione. L’ansia dell’insuccesso quindi, che porta ad evitare l’azione, è la certezza stessa dell’insuccesso al pari delle decisioni prese senza competenze e rispetto per quelle degli altri. Il mondo commerciale è una incredibile palestra fatta di armonia tra il pensare e l’agire, ed è per questo che, per rispetto, ho sempre evitato di inserire in quelle organizzazioni persone non disponibili intimamente a riconoscere il tempo della riflessione da quello dell’azione. Grazie Maurino, ti ho considerato anche molto arrogante quel giorno e invece mi hai insegnato cosa vuol dire il controllo delle situazioni, il rispetto del tempo e la determinazione ad avere successo. Essere costantemente preparati, per poter decidere al momento giusto, mettendo in gioco tutte le conoscenze e competenze necessarie, è la chiave del successo. Ovviamente serve anche la fortuna, ma quella si sa, serve sempre e ovunque. Grazie

Quì il link ad un altro mio articolo che c’entra molto con questo appena letto e riguarda un grande problema dei nostri tempi.

L’Ignavia https://www.tritonstreet.it/ignavia/

Moreno Tartaglini – CEO – Arxit – Business Solutions – moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it – Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione; nel mio settore professionale quindi la digitalizzazione sistemica integrata a piattaforme tecnologiche abilitanti. Sono un Executive della IBM perché Executive IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità professionali vissute, affinchè si arricchiscano di nuova Energia per perpetrarsi nel tempo.

Wally e l’Economia Circolare. 3


Tritonstreet: Wally, lei è incredibile!!!! Ci ha lasciati dimostrando scarsa attitudine a trattare argomenti importanti ed ora la ritroviamo quì a studiare. Questo è il suo precedente articolo e la sua performance non è stata delle migliori https://www.tritonstreet.it/wally-e-leconomia-circolare-1/.

Mi dica non sta bene? Non è da lei studiare, o mi sbaglio?


Wally: Hai ragione. Devo dire però che l’Economia Circolare ha destato molta curiosità in me. Ho scoperto per esempio che le Aziende non devono decidere se applicarla o no. Siamo già in Economia Circolare. E’ molto divertente parlare di ciò che già dovremmo conoscere.

Tritonstreet: Quindi Wally? Ha qualche esempio?

Wally: L’esempio più importante è dato dalle Banche che hanno ridotto la disponibilità di credito a chi lavora in Economia Lineare, in quanto il rischio di perdere tutto, per impatti sociali o ambientali, è molto alto.

Tritonstreet: Wally si può dire quindi che l’Economia Circolare non è un desiderio di alcuni ma proprio perchè supportata anche dalle Banche è l’unico modello economico per lo sviluppo?

Wally: Certo. Ma guarda che è anche un grande esempio il fatto che sempre più Consumatori vogliano conoscere quanto le Aziende prestino attenzione agli aspetti Sociali ed Ambientali nel produrre i loro beni e servizi. I Consumatori desiderano che proprio l’Ambiente e il Sociale prendano il loro posto nella centralità delle attenzioni da parte degli Imprenditori.

Tritonstreet: Hai esempi di Aziende che abbiano generato Valore in logiche di Economia Circolare?

Wally: molti sono gli esempi sui Mercati Internazionali. Ma vorrei condividere il fatto che ho sentito dire che due Aziende molto attente ai temi dell’Economia Circolare hanno realizzato Bees Republic, la Dorsale Digitale del Food, e c’è un video dove una Signora molto gentile spiega il suo ruolo e le motivazioni della nascita di Bees Republic. Il ruolo delle api è all’origine del benessere degli umani. In tutto il Mondo si sta provando a riportare le api sui territori. Le api sono le sentinelle della salubrità dell’ambiente. Dove non ci sono api non c’è benessere. Le api infatti devono vivere sui territori non solo per la fase di impollinazione, ma anche durante lo sviluppo dei frutti. Il frutto che cresce in presenza di api non è stato trattato con prodotti nocivi. L’ape è la blockchain naturale. Questo ci insegna che se lasciassimo libera la Natura di compiere i propri cicli, non avremmo bisogno delle blockchain tecnologiche per garantire la salubrità dei suoi prodotti.

Tritonstreet: interessante Wally, ma dimmi ancora di Bees Republic

Wally: Bees Republic è anche un magnifico esempio al femminile. Questa Signora, grazie a tutto il suo impegno, ha vinto il primo premio Terre de Femmes di Yves Rocher nel 2018, il più prestigioso per l’Ambiente. Insomma state certi che quando ci sono in mezzo le Donne l’argomento si fa serio.

Wally: Quì intanto c’è un articolo di oggi che testimonia il problema della moria delle Api

Odore di marcio, moria di api, animali malati per la produzione di biocarburante, ma la colpa è dei pesticidi


Tritonstreet: ok Wally, gli esempi vanno bene, ma vorremmo capire i fondamentali e come tu puoi aiutare le Imprese a generare Valore nella loro proposizione al Mercato.


Wally: Ok, ok lo farò. Mi è piaciuto però partire dalla pratica per poi raccontare come si fa. Infatti è importante essere aiutati da chi lo ha già fatto e ne possiede le competenze e gli strumenti per farlo. Io Wally, modestamente, ho ciò che serve.

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Wally, le Donne, l’Economia Circolare. L’inizio

Dalla pagina Facebook Near Wally

Il Team, tutto al femminile, che cura la pagina Facebook di Near Wally, mi ha chiesto , forse solo perchè ho messo a loro disposizione la pagina che adorano, di insegnare a Wally cos’è l’Economia Circolare. Le “Donne supporter di Wally”, desiderano infatti che Wally racconti agli amici sui social quanto sia importante l’Economia Circolare per le Imprese, per i Consumatori, per l’Ambiente e per il Sociale. Lui per esempio vorrebbe sapere perchè gli abitanti del Pianeta Terra ne hanno bisogno, perchè l’Economia Lineare si è dimostrata non solo inadatta allo sviluppo ma anche deleteria per la sopravvivenza; ed ancora quali sono i fondamentali dell’Economia Circolare. Vuole anche sapere perchè il nostro Paese potrebbe finalmente rappresentare un esempio per il Mondo e quindi l’immenso beneficio per le nostre Imprese. Insomma, Wally, trotterellando trotterellando, ha l’opportunità di raccontare alle padroncine dei suoi amici pelosetti ciò che sta avvenendo e perchè le Donne del Mondo, con la loro maggiore sensibilità verso l’Ambiente e il Sociale, possono rappresentare il Valore più importante per l’Umanità: il Futuro

MORENO TARTAGLINI: CEO DI ARXIT S.r.l. moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it -Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione. Consapevole delle necessità come Individui, Cittadini, Consumatori, sono attratto dai fondamentali dell’Economia Circolare per garantire lo sviluppo delle Imprese. Sono (stato) un Executive della IBM, lo scrivo perchè Executive della IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità vissute per generare sempre più Valore per la Società, per l’Ambiente e per le Imprese.

Wally e l’Economia Circolare

Tritonstreet: Wally, qual’è la differenza tra Economia Lineare ed Economia Circolare? E cos’è questa foto!!!! Cominciamo male.

Wally: Risponderò stai tranquillo, ma cerca di capire, fino a quando non mi sarò organizzato, dovrò essere attento e molto breve. Moreno come avete già letto, www.tritonstreet.it/nearwally-e-su-facebook ha dato da gestire il blog Near Wally ad un gruppo di signore e loro come avete letto su www.tritonstreet.it/wally-le-donne-leconomia-circolare, non soddisfatte, hanno chiesto di avermi per parlare dell’Economia Circolare. Moreno, suo malgrado ha accettato ma, e lo sappiamo solo noi due, mi ha pregato di star loro addosso, sicuramente per aiutarle, ma anche per fare in modo che la sua fidanzata, Lola, quella della foto, sia sempre coinvolta e in primo piano. La foto risale a quando l’ha conosciuta salvandola da una certa e assai brutta fine….

Tritonstreet: Ok Wally, ti credo ma tornando al punto, qual’è la differenza tra Economia Lineare ed Economia Circolare?

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Wally: (dopo aver tirato un bacino al soffio e dopo averci pensato un attimo….) La so!!!! La prima segue un percorso “lineare” che parte dall’estrazione delle Materie Prime dalla Terra, impoverendola, poi produce danni all’ Ambiente e all’Uomo lungo tutto la sua lavorazione e si esaurisce sotterrando le scorie della produzione in buche profonde sotto Terra, oppure liberando gas nocivi nell’aria, oppure creando nuove isole di plastica negli Oceani.

Tritonstreet: Wally sei stato abbastanza chiaro..parlami ora dell’Economia Circolare

Wally: Sono stanco, gli argomenti sono complessi, ora vado a giocare… dell’Economia Circolare ne parliamo un altro giorno.

Tritonstreet: ma Wally possibile che tu sia già stanco? Dai accenna qualcosa. Siamo tutti in attesa.

Wally: Ora non posso, davvero non posso. E ti ho spiegato perchè. Devo andare a postare sul mio blog NearWally su Facebook, quello dedicato agli animali . Ne parlerò alla prossima intervista. Ciao

Tritonstreet: Wally, se ti comporterai così ancora una volta smetteremo con le interviste. Capisco che il tuo blog sugli animali sia importante, ma insomma, lo siamo anche noi.

Moreno Tartaglini – CEO – Arxit – Business Solutions – moreno.tartaglini@arxit.it – www.arxit.it – www.tritonstreet.it – Sono un imprenditore. Credo nella convergenza tra innovazione e tradizione; nel mio settore professionale quindi la digitalizzazione sistemica integrata a piattaforme tecnologiche abilitanti. Sono un Executive della IBM perché Executive IBM non si smette mai di esserlo. Sono convinto che in certi momenti della vita sia importante condividere con altre persone le opportunità professionali vissute, affinchè si arricchiscano di nuova Energia per perpetrarsi nel tempo.

Ignavia

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Quando l’IBM decise di farmi imparare la lingua inglese, “facendomi pensare in inglese”, mi offrì una delle esperienze più dure che un uomo può vivere nel proprio processo di apprendimento, ovvero di essere solo, in Terra straniera, e di non poter aver soddisfazione delle necessità primarie, come cibarsi, senza aver raggiunto il livello minimo di conoscenza per sopravvivere. Nel caso specifico pronunciare perfettamente il nome dei cibi desiderati, inserendoli in una “chiacchierata” con i camerieri, allo scopo istruiti dalla scuola, riguardante il perchè li desiderassi e quali esperienze quel cibo mi riportasse alla mente. Fu terribile, i primi giorni sognavo il cibo invece di pensare in inglese, ma in breve tempo avvenne il miracolo, cominciai a sognare in inglese, anche se all’inizio solo il cibo!!! Ricordo che poichè mi trovavo a Stratford-upon-Avon, in un magnifico Castello del ‘400 dal quale non potevo uscire, tutti i dialoghi, con i due insegnanti “dedicati”, privi di qualsiasi benevolenza nei miei confronti, partivano dai Drammi di Shakespeare. Verso la fine dei durissimi quindici giorni, arrivò il momento di disquisire circa l’Ignavia.

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Ai tempi l’Ignavia la si percepiva come atteggiamento di pochi, e quindi i non Ignavi ne parlavano con “frivolezza” e “derisione”. L’ Ignavia oggi devasta i nostri tempi. Se guardiamo con attenzione ai giorni nostri, spesso la difficile situazione che viviamo è proprio figlia di un numero crescente di Ignavi, molte volte inconsapevoli, divenuti tali con il tempo, o appena raggiunto un minimo traguardo. La moltitudine di problemi che le persone si sono trovate ad affrontare, ha indotto molti a lasciarsi andare, rinunciando a qualsiasi forma di Resilienza o Antifragilità. Spesso si assiste a forme di odio verbale verso coloro che cercano di dare soluzione ai problemi con l’azione, è vero, ma si deve nuovamente considerare che purtroppo è anche la situazione dei nostri tempi che rende Ignavi i più fragili. L’Ignavia è forse la caratteristica meno “fragorosa”, ma sicuramente molto, molto dannosa. L’Ignavo lo riconosciamo solo se ne scrutiamo gli atteggiamenti, i segni distintivi. L’Ignavo porta dentro una inerzia silenziosa, pesante, talvolta inamovibile, verso lo sviluppo, verso il nuovo. Ho riportato il passaggio di Amleto, conosciuto da tutti, perchè rende evidente l’antica testimonianza del male che l’Ignavia può procurare. Oggi, è il Mondo che deve diventare Resiliente, Antifragile per Prosperare nel Caos; è quindi necessario agire in modo inclusivo, individuo per individuo, mossi dal rispetto sociale più ampio e rigenerando l’ambiente in cui viviamo. Fissare chiari obiettivi, condivisi, è quindi la Responsabilità dei Governi, degli Imprenditori, dei Sociologi, dei Filosofi, delle Associazioni affinché le migliori energie si moltiplichino creando consenso verso il successo per tutti. Con il lavoro di tutti è necessario contrastare la malefica azione degli Ignavi, anche se ormai abbiamo capito, è spesso involontaria. Gli Ignavi si riconoscono rapidamente però: non hanno o non scrivono mai i propri obiettivi, non dichiarano i tempi con i quali pensano di raggiungerli, ed usano la propria energia per trovare le scuse per tutto ciò che non ha funzionato o che non funziona.

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Ignavia … l’eterno dubitare

All’animo atterrito dalla vita si ripropone l’eterno dilemma di Amleto:

“Essere o non essere, questo è il problema.

Se sia più nobile sopportare le percosse e le ingiurie di una sorte atroce, oppure prendere le armi contro un mare di guai e, combattendo, annientarli.

Morire, dormire.

Niente altro.

E dire che col sonno mettiamo fine al dolore del cuore e ai mille colpi che la natura della carne ha ereditato è un epilogo da desiderarsi devotamente.

Morire, dormire.

Dormire, forse sognare: ah, c’è l’ostacolo, perché in quel sogno di morte il pensiero dei sogni che possano venire, quando ci saremo staccati dal tumulto della vita, ci rende esitanti.

Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del tempo le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi, le ferite dell’amore disprezzato, le lungaggini della legge, l’arroganza dei burocrati e i calci che i giusti e i mansueti ricevono dagli indegni.

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