Quando l’IBM decise di farmi imparare la lingua inglese, “facendomi pensare in inglese”, mi offrì una delle esperienze più dure che un uomo può vivere nel proprio processo di apprendimento, ovvero di essere solo, in Terra straniera, e di non poter aver soddisfazione delle necessità primarie, come cibarsi, senza aver raggiunto il livello minimo di conoscenza per sopravvivere. Nel caso specifico pronunciare perfettamente il nome dei cibi desiderati, inserendoli in una “chiacchierata” con i camerieri, allo scopo istruiti dalla scuola, riguardante il perchè li desiderassi e quali esperienze quel cibo mi riportasse alla mente. Fu terribile, i primi giorni sognavo il cibo invece di pensare in inglese, ma in breve tempo avvenne il miracolo, cominciai a sognare in inglese, anche se all’inizio solo il cibo!!! Ricordo che poichè mi trovavo a Stratford-upon-Avon, in un magnifico Castello del ‘400 dal quale non potevo uscire, tutti i dialoghi, con i due insegnanti “dedicati”, privi di qualsiasi benevolenza nei miei confronti, partivano dai Drammi di Shakespeare. Verso la fine dei durissimi quindici giorni, arrivò il momento di disquisire circa l’Ignavia.
Ai tempi l’Ignavia la si percepiva come atteggiamento di pochi, e quindi i non Ignavi ne parlavano con “frivolezza” e “derisione”. L’ Ignavia oggi devasta i nostri tempi. Se guardiamo con attenzione ai giorni nostri, spesso la difficile situazione che viviamo è proprio figlia di un numero crescente di Ignavi, molte volte inconsapevoli, divenuti tali con il tempo, o appena raggiunto un minimo traguardo. La moltitudine di problemi che le persone si sono trovate ad affrontare, ha indotto molti a lasciarsi andare, rinunciando a qualsiasi forma di Resilienza o Antifragilità. Spesso si assiste a forme di odio verbale verso coloro che cercano di dare soluzione ai problemi con l’azione, è vero, ma si deve nuovamente considerare che purtroppo è anche la situazione dei nostri tempi che rende Ignavi i più fragili. L’Ignavia è forse la caratteristica meno “fragorosa”, ma sicuramente molto, molto dannosa. L’Ignavo lo riconosciamo solo se ne scrutiamo gli atteggiamenti, i segni distintivi. L’Ignavo porta dentro una inerzia silenziosa, pesante, talvolta inamovibile, verso lo sviluppo, verso il nuovo. Ho riportato il passaggio di Amleto, conosciuto da tutti, perchè rende evidente l’antica testimonianza del male che l’Ignavia può procurare. Oggi, è il Mondo che deve diventare Resiliente, Antifragile per Prosperare nel Caos; è quindi necessario agire in modo inclusivo, individuo per individuo, mossi dal rispetto sociale più ampio e rigenerando l’ambiente in cui viviamo. Fissare chiari obiettivi, condivisi, è quindi la Responsabilità dei Governi, degli Imprenditori, dei Sociologi, dei Filosofi, delle Associazioni affinché le migliori energie si moltiplichino creando consenso verso il successo per tutti. Con il lavoro di tutti è necessario contrastare la malefica azione degli Ignavi, anche se ormai abbiamo capito, è spesso involontaria. Gli Ignavi si riconoscono rapidamente però: non hanno o non scrivono mai i propri obiettivi, non dichiarano i tempi con i quali pensano di raggiungerli, ed usano la propria energia per trovare le scuse per tutto ciò che non ha funzionato o che non funziona.
Ignavia … l’eterno dubitare
All’animo atterrito dalla vita si ripropone l’eterno dilemma di Amleto:
“Essere o non essere, questo è il problema.
Se sia più nobile sopportare le percosse e le ingiurie di una sorte atroce, oppure prendere le armi contro un mare di guai e, combattendo, annientarli.
Morire, dormire.
Niente altro.
E dire che col sonno mettiamo fine al dolore del cuore e ai mille colpi che la natura della carne ha ereditato è un epilogo da desiderarsi devotamente.
Morire, dormire.
Dormire, forse sognare: ah, c’è l’ostacolo, perché in quel sogno di morte il pensiero dei sogni che possano venire, quando ci saremo staccati dal tumulto della vita, ci rende esitanti.
Altrimenti chi sopporterebbe le frustate e lo scherno del tempo le ingiurie degli oppressori, le insolenze dei superbi, le ferite dell’amore disprezzato, le lungaggini della legge, l’arroganza dei burocrati e i calci che i giusti e i mansueti ricevono dagli indegni.
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